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Cybersecurity: una questione di sicurezza nazionale

Persone, aziende, enti pubblici, società di entertainment, infrastrutture critiche.
L’ elenco può andare avanti per ore, ma la sintesi è semplice: tutti viviamo immersi in un ambiente digitale.

Lo conferma l’aumento esponenziale, soprattutto per l’Italia, degli attacchi informatici, in particolare di quelli considerati gravi
(dati Clusit raccolti nel rapporto 2023, appena pubblicato).

Tra i motori di questo incremento ci sono sia gli obiettivi economici di guadagno da parte degli attaccanti, sia l’instabilità del quadro geopolitico, con la guerra tra Russia e Ucraina a far da detonatore alle attività di Information Warfare e Hacktivism.

Ecco perché parlare di “rischio zero” nel campo della sicurezza informatica è utopistico.

Gli attacchi possono causare gravi danni alle imprese, compromettere la reputazione di un Paese e metterne a rischio la sovranità e la stabilità politica. In Italia, poi, le PMI in particolare sono vulnerabili agli attacchi informatici; essendo la cosiddetta “spina dorsale” dell’economia italiana, è decisivo che investano in cybersecurity per proteggere il sistema imprenditoriale italiano nel suo complesso.

La protezione del patrimonio tecnologico di un’azienda è quindi strettamente legata alla difesa del sistema economico e della sovranità di un Paese.

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